mercoledì 3 aprile 2013

Tarassaco ovvero Pisacani

Da wikipedia:
Il taràssaco comune (Taraxacum officinale, Weber ex F.H.Wigg. 1780) è una pianta a fiore (angiosperma) appartenente alla famiglia delle Asteracee.
L'
epiteto specifico ne indica le virtù medicamentose, note fin dall'antichità e sfruttate con l'utilizzo delle sue radici e foglie.
È comunemente conosciuto come dente di leone o soffione, o anche con lo storpiamento del nome in taràssacco.
Uno dei nomi comuni del tarassaco è anche piscialletto (nel nord Italia pisalét, pisacàn o pisaca' ) poiché ai bambini viene di solito raccontato che chi lo coglie la notte bagnerà il letto, da cui il nome. Altri nomi tipici sono pisciacane e polenta del diavolo, quest'ultimo proprio di alcune zone del bresciano.

Il tarassaco viene usato sia dalla cucina sia dalla farmacopea popolare. La terapia a base di foglie o radici di tarassaco è chiamata "tarassacoterapia".


tarassaco












Questa pianta insieme all'erba madre è uno di quei sapori che hanno accompagnato la mia infanzia e che non trovo più ora che sono adulta. 
In primavera con amici di famiglia, si andava a fare il pic nic nei prati e poi si passava il pomeriggio a raccogliere quest'erba. Veramente noi bambini si giocava mentre i grandi facevano questo lavoraccio. Non amavo molto quel sapore amarognolo che mia mamma mitigava con aceto. Oggi quel sapore mi manca.
Ora, se sono riuscita ad avere, in scala giardino-vasosubalcone, l'erba madre (vedere ricetta della mia torta erba madre), è anche vero che i "pisacani" si trovano nei prati...e io certo non vado a procurarmeli nei giardini milanesi. 

A pasquetta siamo stati da sorellina che vive nei pressi di Varese e vicino a casa sua ci sono un sacco di bei prati puliti, ben lontani dalla strada. Ho convinto sorellina a infilare gli stivali e siamo andate per pisacani, armate di sacchetto e coltello.  Con soddisfazione, dopo un'oretta e un pò di mal di schiena, ce ne siamo tornate a casa, con un bel sacchettino ciascuna.Sorellina mi ha addirittura regalato il suo bottino perchè non aveva intenzione di mettersi a pulire tutta quella verdura. Effettivamente un lavoraccio.

Il lavoro è tanto, a partire dalla raccolta, al pulire ogni singola foglia, al ripulire ogni singola foglia, al ripulire ogni singola foglia (l'ho fatto tre volte) e ho fatto un lavaggio col bicarbonato. Ormai pulitissima, si fa lessare la verdura in abbondante acqua. Si scola e si formano delle palline strizzate della grandezza di una palla da tennis.
Si possono surgelare, mettendole in sacchettini, in attesa di essere utilizzate.
Ho iniziato alle nove del mattino ed ho finito alle sei. Un lavoraccio.
Ed ecco il risultato di un giorno di lavoro e due sacchetti di verdura.


La ricette di casa mia prevede che questa verdura venga passata in padella con cipolle a fettine e uno spicchio di aglio scamiciato (da scartare a fine cottura), insieme a tre cucchiai di olio. Volendo, cinque minuti prima di spegnere si può condire con aceto e salare.
Che soddisfazione alla fine, mangiare il frutto, pardon...la verdura di tanta fatica.
E questo è il piatto pronto. Un contorno davvero speciale. Grande cucciolo ha chiesto il bis.



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